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L'Italia messa in mora per il Centro Ronḍ
di Franco Isman


La Commissione europea, direzione generale Ambiente, con lettera del direttore Javier Ruiz-Tomas dell' 8 aprile, ha messo in mora l'Italia per “essere venuta meno agli obblighi derivanti dagli articoli, 2 e 4, commi 2 e 3… della direttiva 85/337/CEE”… “avendo autorizzato la realizzazione di una cittadella finanziaria e un centro di servizi polifunzionali… senza tenere in considerazione che il progetto è suscettibile di avere un notevole impatto sull'ambiente e quindi richiede l'effettuazione di una VIA (Valutazione di impatto ambientale) ai sensi degli articoli da 5 a 10 di detta direttiva.”

In data 24 giugno 2003, con lettera dell'assessorato all'ambiente del comune di Monza, firmata dall'assessore Giampietro Mosca e dal sindaco Michele Faglia, inviata via fax a tutti (Presidenza del Consiglio, Direzione generale Ambiente della CE, ministero dell'Ambiente, ministero della Salute, Ministero Affari Esteri, Conferenza permanente Stato-Regioni-Province, Regione Lombardia) veniva ribadita “l'importanza e la necessità che venga effettuata una valutazione di impatto ambientale preventiva rispetto alla progettazione della cittadella finanziaria e di un centro servizi polifunzionali…” citando espressamente le prescrizioni di cui direttiva 85/337/CEE cui fa oggi riferimento la direzione generale dell'Ambiente della CE. L'amministrazione comunale concludeva con un formale invito a tutti gli Enti interessati perché la valutazione di impatto ambientale, “insostituibile strumento di tutela dell'ambiente e della salute della collettività cittadina monzese”, venisse effettuata nei tempi e nei modi previsti dalla normativa comunitaria.

Perfetto.
La Regione, che con gli altri enti interessati era magna pars del collegio di vigilanza sull'accordo di programma, non si dava per vinta, non richiedeva al privato la valutazione di impatto ambientale e, con provvedimento estremamente discutibile, sottraeva al consiglio comunale di Monza la valutazione finale sull'accordo di programma, sostanzialmente modificato soprattutto a seguito della decisione della giunta di mantenere in centro il Tribunale e la conseguente rinuncia all'esecuzione del mastodontico nuovo tribunale al Rondò.

Il Comune rinunciava ad ulteriori opposizioni e si arrivava rapidamente all'approvazione del nuovo progetto in commissione edilizia (4 maggio 2004), alla concessione del permesso di costruire - la vecchia concessione edilizia - (26 luglio 2004), alla conseguente uscita di Insieme per Monza dal governo della Città, all'ultima opposizione di IxM con alcuni cittadini al TAR, al Comune che, a fianco di Regione, Ministeri e Privati resisteva a questa opposizione difendendo l'accordo di programma, sempre avversato in precedenza, secondo gli espliciti impegni della campagna elettorale, alla vittoria di Golia nei confronti di Davide-IxM con il rigetto del ricorso da parte del TAR, all'ingresso delle ruspe su quello che avrebbe dovuto far parte del “Parco di cintura urbano” previsto da Leonardo Benevolo.

Abbiamo già scritto che un aspetto estremamente grave è che non si è trattato, o non si è trattato soltanto, di un arrendersi ad una situazione giudicata, a ragione o a torto, insostenibile a seguito degli accordi a suo tempo presi dall'amministrazione precedente. No, c'è stata una dichiarata conversione all'utilità dell'accordo di programma che “si doveva fare”. Anche a costo di contraddire gli impegni presi in campagna elettorale con i cittadini e quelli che avevano portato all'apparentamento con la lista civica Insieme per Monza, che dell'opposizione al centro commerciale del Rondò aveva fatto la sua bandiera, apparentamento che aveva consentito la vittoria di Michele Faglia. Anche a costo del divorzio da Insieme per Monza, alla fine del “laboratorio Monza” e ad una giunta bis che sopravvive grazie ai voti dei transfughi da IxM ma che non è certamente quella uscita vittoriosa dalle elezioni. Anche a costo da rendere irripetibile l'exploit del 2002.

Questa scelta politica è dimostrata in primo luogo dalle reiterate dichiarazioni del sindaco in difesa dell'accordo di programma, poi dal grave voltafaccia dell'amministrazione scesa in campo in difesa dell'adp nell'ultimo giudizio al TAR, con argomentazioni incredibili, arrivando a sostenere che di fatto non esisteva nessuna decisione di non realizzare il tribunale al Rondò, come previsto dall'adp, perché se questa decisione fosse stata presa sarebbe stato certamente indispensabile un'approvazione del nuovo adp da parte del consiglio comunale, e qui tre punti esclamativi sono d'obbligo !!!

Ma l'attuale presa di posizione della direzione generale Ambiente della Commissione Europea, convalida con la massima autorità la fondamentale importanza di una valutazione dell'impatto ambientale, in una zona che già attualmente ha un inquinamento acustico superiore a quello ammissibile: in via Lario 67,5 db di giorno e 62,5 db di notte a fronte rispettivamente dei 65/55 ammessi per la zona IV ed i 60/50 per la zona III. A proposito, a che punto è il piano di zonizzazione acustica predisposto a suo tempo dagli uffici comunali ma non ancora portato in consiglio? Questa presa di posizione della CE dimostra ancora una volta come opporsi all'accordo di programma sarebbe stato possibile se si fosse voluto. Anzi sarebbe stato assolutamente doveroso visto che la valutazione di impatto ambientale rappresenta, per dirla con le parole sottoscritte da Michele Faglia oltre che da Giampietro Mosca: “l'insostituibile strumento di tutela dell'ambiente e della salute della collettività cittadina monzese”.

In pratica cosa potrà accadere?
Il Governo italiano, unico interlocutore della Commissione Europea, ha un certo tempo (due mesi?) per ribattere alle conclusioni della lettera della CE; se le giustificazioni non venissero accolte, cosa molto probabile, si avrebbe l'avvio di una procedura di infrazione, con il deferimento dell'Italia al Tribunale europeo ed una probabile condanna a pene pecuniarie che possono essere anche molto severe.

Franco Isman

vedi anche:
Davide e Golia” del 26 novembre 2004
Ronḍ dei Pini, l'ultima spiaggia - Il ricorso di Insieme per Monza” del 23 novembre 2004
Giunta e cittadini, Provincia e Ronḍ dei Pini” del 10 settembre 2004
Quel pasticciaccio brutto del Rondò dei Pini” del 12 maggio 2004


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  26 aprile 2005